Il matrimonio del cielo e dell'inferno by William Blake

Il matrimonio del cielo e dell'inferno by William Blake

autore:William Blake
La lingua: ita
Format: azw3, epub
pubblicato: 2017-10-16T22:00:00+00:00


MEMORABILE APPARIZIONE

Verso di me venne un Angelo, e disse: «O giovanotto pazzo e da compatire! O orribile! O spaventoso stato! considera la segreta di fuoco ardente che ti stai preparando per tutta l’eternità, e a cui ti awii di corsa».

Risposi: «Vorresti forse mostrarmi la mia sorte eterna, e noi la contempleremo insieme, e si vedrà se la tua sorte è più desiderabile della mia».

Allora mi fece attraversare una stalla e una chiesa, e andare sotto nella cripta della chiesa, al termine della quale c’era un mulino. Attraversammo il mulino, e giungemmo a un antro. A tentoni giù nella caverna tortuosa seguimmo la nostra dura strada, e apparve ai nostri piedi un vuoto, smisurato come un cielo abissale; aggrappatici a radici d’alberi, rimanemmo sospesi sopra quell’immensità. Ma io dissi: «Se non ti dispiace, possiamo affidarci a questo vuoto, così vedremo se c’è anche in esso la provvidenza: se non vuoi tu, voglio io». Mi rispose: «Non essere presuntuoso, giovanotto: ma mentre rimarremo qui, guarda la tua sorte che presto apparirà, diradandosi il buio».

Così rimasi con lui, seduto su una radice contorta di quercia, e lui stava attaccato a un fungo chino con il capo nell’abisso.

Per gradi si svelò ai nostri occhi l’Abisso infinito. rosseggiante come il fumo duna città incendiata; sotto di noi, a una distanza immensa, c'era il sole, nero e tuttavia splendente; intorno ad esso solchi di fuoco dove s’aggiravano enormi ragni, rampando dietro le loro prede, che volavano, o meglio nuotavano, nell’infinita profondità, sotto le più terrifiche forme di animali scaturiti dalla corruzione; l’aria ne era piena, sembrava anzi composta di essi. Sono i Diavoli, e vengono chiamati Potenze dell’aria. Chiesi allora al mio compagno qual era la mia sorte eterna. Rispose: «Tra i ragni neri e i bianchi».

Ma proprio allora dal mezzo dei ragni neri e bianchi una nuvola e un fuoco esplosero rotolando di traverso alla profondità, oscurando tutto di sotto, sicché il fondo della profondità si fece nero come un mare e rullò con un terribile frastuono. Ormai nulla più c’era di visibile sotto di noi salvo una nera tempesta allorché, scrutando a oriente tra le nuvole e i flutti, scorgemmo una cataratta di sangue misto a fuoco, e a pochi tiri di sasso da noi emerse e riaffondò la voluta squamosa di un mostruoso serpente. Infine, a tre gradi circa di distanza verso est, si mostrò sopra le onde una cresta fiammeggiante: lentamente si elevò, simile a una vetta di rocce dorate, fino a scoprirci due globi di fuoco chermisi, dai quali il mare trovò scampo in nuvole di fumo; vedemmo allora che era la testa di Leviathan. Aveva, come quella della tigre, la fronte a strie verdi e porpora. Subito ne vedemmo le fauci e branchie rosse pendere proprio sopra la schiuma rabbiosa, tingendo la nera profondità di bagliori di sangue, mentre avanzava verso di noi con tutta la furia di un’esistenza spirituale.

L’Angelo mio amico s’arrampicò dal suo posto su nel mulino; io rimasi solo; ed ecco quell’apparenza non c’era più, e mi



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